. Il pubblico ministero di Genova potrebbe convocare entro pochi giorni Beppe Grillo e Alessandro Di Battista appena iscritti nell’albo degli indagati dalla Procura di Genova dopo la querela per diffamazione presentata da Marika Cassimatis, la candidata sindaco di Genova dei 5 Stelle «bruciata» da Grillo con un post. «Indegna di rappresentare il Movimento». Il motivo? «Fidatevi di me» aveva scritto in sintesi il leader dei 5 Stelle il 17 marzo, tre giorni dopo che Cassimatis aveva vinto le «Comunarie», le votazioni online, battendo a sorpresa per 24 voti il preferito dall’establishment grillino genovese, il musicista e tenore Luca Pirondini. Questi è poi stato investito della candidatura a sindaco da una successiva votazione online aperta a tutta Italia e con un solo nome votabile: il suo. Al post di Grillo che accusava Cassimatis di aver «ripetutamente e continuativamente danneggiato l’immagine del Movimento denigrando, dileggiando e attaccando i portavoce e gli iscritti» nonché di aver fatto comunella con i fuoriusciti, si sono poi aggiunte le dichiarazioni di Di Battista sul «caso Genova». Il deputato grillino ha accusato l’ex candidata e i suoi sostenitori di comportarsi come «squali». Ed è partita la querela. «Siamo stati perfino minacciati sul web – ripete Marika Cassimatis – non potevamo che rivolgerci alla magistratura».