Quando la mano pubblica c’è e si fa vedere e si fa sentire, segue sempre un effetto positivo di trascinamento. E’ successo anche a Bagnoli dove, parola del ministro Claudio De Vincenti “… qualcosa si muove”. “Abbiamo già sistemato – tiene a sottolineare il ministro –l’Arenile Nord e stiamo completando un’azione di messa in sicurezza della colmata”. E Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia (soggetto attuatore della bonifica e riqualificazione dell’area), rimarca a sua volta che “Bagnoli non è ferma” e che si sente rumore di macchine al lavoro per ricondurre la spiaggia alla piena fruibilità dei cittadini, con la definitiva rimozionedell’amianto.
Se la mano pubblica fa il suo dovere, può accadere che industriali e investitori privati tornino a crederci. Ne è certo Vito Grassi, amministratore di due aziende di impiantistica avanzata e specializzata nella efficienza energetica (Graded eGrastim), vice presidente Unindustria Napoli. “La bonifica dell’Arenile Nord è un segnale positivo – dichiara l’imprenditore al Mattino del 1 maggio 2017 – primo passo di un intervento molto più ampio, che riguardi l’intera area”.C’è di più. Grassi assicura che un gruppo di industriali è pronto a rilanciare il progetto di Polo Tecnologico e Ambientale che, come tante altre iniziative legate alla bonifica e riqualificazione di Bagnoli, sono rimaste al palo per troppo tempo. “Il progetto – spiega l’imprenditore – prevede la realizzazione di un polo di eccellenza con il coinvolgimento di quaranta aziendeche operano nel settore della protezione ambientale, del sottosuolo, delle acque e dell’efficienza energetica”. Perché solo adesso se ne torna a parlare? “L’intervento – ribadisce – non è partito da 7 anni per le incertezze relative al sito di Bagnoli”.
Ed infatti nelle intenzioni della prima ora (2009), il Polo doveva tradursi in un distretto produttivo integrato operante nel comparto dei servizi ambientali. Rilanciarlo vuol dire proporre investimenti non invasivi né tanto meno inquinanti.“Parliamo di un centro di eccellenza – assicura l’ingegner Grassi -per la ricerca, la produzione e i servizi ad alto contenuto tecnologico”. Un progetto in cui credere ancora, visto che oggi è manifesta e concreta l’intenzione di rilanciare Bagnoli. Investiti 40 milioni per l’acquisto dei terreni di un’area di 30.000 metri quadrati,per i primi due lotti in programma Grassi è pronto a stanziare, assieme agli imprenditori riuniti nel progetto di Pta, altri 50 milioni. “Se la Regione e Invitalia ci supporteranno con un contratto di sviluppo – conclude Grassi nell’intervista rilasciata a Gerardo Ausiello – non ci saranno più ostacoli. E magari questo primo intervento, quasi interamente privato, convincerà altri imprenditori a scommettere sulla nuova Bagnoli”.