Circa cinquemila visitatori per la Festa del Majo di San Sebastiano di Avella (Avellino), tradizione antichissima rivissuta ieri in chiave contemporanea, con una vera e propria rivisitazione della “festa patronale” che, in questo caso, si svolge in onore del patrono San Sebastiano Martire.
Si tratta di un rito propiziatorio di grande suggestione promosso dal Comitato Pro Majo, in collaborazione con l’associazione Pane, Ammore e Tarantella e l’Azione Cattolica, la cui direzione artistica è affidata per l’edizione 2017 a Roberto D’Agnese per Omast Eventi. Ci si ritrova alle 6 del mattino, quando i cittadini (sindaco in testa) si radunano per la Santa Messa con la benedizione degli attrezzi che tagliano il majo, per poi partire per la montagna, con vivande al seguito da consumare durante il rito durante il quale si sceglierà il majo da tagliare. Poi il via alla “processione” del majo tagliato: quest’anno la “discesa del majo” è stata accompagnata dall’Aurunca folk band, banda di tradizione popolare di Sessa Aurunca composta da 25 elementi. Una volta arrivati in Piazza Primo Maggio il majo viene issato e attorno ad esso vengono posizionati i “sarcinielli” (fascine di legna) raccolti dai “figli del majo” (giovani del paese). La festa continuerà venerdì 20 gennaio, quando si darà il via al programma civile e religioso, con giochi antichi alle ore 11 e, alle ore 12, il convegno “Il majo di Avella”. Alle 14.30 la sfilata dei “figli del majo” nel centro storico del paese e il momento più atteso alle ore 16, con la processione di San Sebastiano Martire: al termine, rientrati in Chiesa e celebrata la Santa Messa, il parroco, Don Giuseppe Parisi, si recherà all’esterno per l’accensione del majo, rito propiziatorio accompagnato dalla musica, che continuerà per tutta la durata del “fucaron”, con il concerto di Luca Rossi (alle ore 19.30 in Chiesa) e dei Suoni Antichi Bottari di Macerata Campania, che comincerà dopo l’accensione. Ad arricchire la giornata sarà anche l’offerta gastronomica (stand aperti dalle ore 18 in viale San Giovanni) che sarà incentrata sui piatti della tradizione, con il caciocavallo impiccato, la melanzana di San Sebastiano, la pizza di granone con scarole e fagioli, castagne, nocciole, ricotta, formaggi, torrone preparato al momento e il dolce di San Sebastiano. Su prenotazione (al num. 380.4309703) sarà possibile effettuare visite guidate all’anfiteatro romano. “E’ necessario ricordare, in occasione di questa festa, il profondo significato del sacrificio – spiega Don Giuseppe Parisi – della fatica, della stanchezza, del rischio, del freddo offerto per il Maio, che vale solo se dimostriamo amore per Dio manifestando la nostra devozione per San Sebastiano e cura nei confronti del prossimo. Evitiamo di usare certe usanze solo per il gusto di farle o per metterci in mostra, ma consideriamole occasioni di verifica e di maturazione nel rapporto con Dio e con gli altri. Aspetto tutti il 20 gennaio per celebrare insieme il nostro protettore”. |