Il Piano nazionale della Cronicità, messo a punto dal Ministero della Salute – Direzione Generale della Programmazione Sanitaria, e le implicazioni per la gestione del diabete e delle malattie cardiovascolari sotto i riflettori nel workshop istituzionale Il paziente al centro – La gestione integrata della cronicità, organizzato con il contributo non condizionante di MSD nell’ambito del progetto “Insieme per il cuore”.
Le malattie croniche sono responsabili a livello globale dell’86% di tutti i decessi, con una spesa sanitaria di 700 miliardi di euro. Il diabete è una delle malattie croniche a più rapida crescita: in Italia solo 1 paziente su 3 ha un adeguato controllo e di conseguenza le complicanze – cardiovascolari, renali, oculari – determinano un altissimo impatto socio-economico per il SSN. Ma l’attuale gestione del diabete non valorizza il ruolo di riferimento del medico di medicina generale e ne limita la libertà prescrittiva lasciando nel suo armamentario terapeutico, oltre alla classica metformina, le sole sulfoniluree che, secondo i dati della letteratura scientifica, aumentano il rischio cardiovascolare e la mortalità rispetto ai farmaci di più nuova generazione come i DPP-4 inibitori. Il paradosso è che questi farmaci innovativi, nonostante il comprovato profilo di efficacia e sicurezza, possono essere prescritti soltanto dallo specialista diabetologo, negando così l’accesso alla terapia per un numero elevato di pazienti o affollando inutilmente i centri di Diabetologia per la prescrizione di questi farmaci.