Trattativa a oltranza per evitare il fallimento di Alitalia: o si trova l’accordo oppure si chiude. I ministri Carlo Calenda e Graziano Delrio sul vertice per tagli ed esuberi: «La situazione è drammatica». L’ad di Alitalia, l’australiano Cramer Ball, si è portato pure l’interprete per non fare gaffes. Di certo non si aspettava, essendo un neofita dei rituali sindacali, che in questo primo round sui 2.437 esuberi della compagnia tricolore si fronteggiassero oltre 50 persone tra rappresentanti dell’azienda, sindacati e uomini del governo, tutte stipate in un salone del ministero dello Sviluppo. E’ stato comunque proprio lui a rompere il ghiaccio, illustrando, anzi ribadendo ai sindacati che la situazione è drammatica. E che senza l’ok delle organizzazioni dei lavoratori il nuovo business plan che punta prima al salvataggio e poi al rilancio non potrà mai decollare. «Ora dobbiamo sopravvivere – ha spiegato il top manager rivolto ai ministri Carlo Calenda e Graziano Delrio e ad una schiera infinita di sindacalisti – per questo bisogna arginare le low cost, tagliando le spese. Poi ripartiremo e cresceremo». La linea è nota. Contiene la richiesta implicita all’esecutivo di riequilibrare, diminuendoli, i privilegi di Ryanair e Easyjet, che stanno letteralmente soffocando Alitalia sul corto e medio raggio. O quanto meno quella di non intralciare il cammino verso una sforbiciata sostanziosa, almeno il 30%, ai salari di hostess, steward, impiegati e piloti. Da realizzare subito.