Ma è possibile che le Ong, le organizzazioni umanitarie, sono colluse con gli scafisti della morte per arricchire le proprie casse? A che punto è la vicenda. Cerchiamo di fare chiarezza.
Le tappe
Dicembre 2016 – Il primo colpo arriva da Frontex. L’ex agenzia Ue delle frontiere esterne appena trasformata in una nuova Agenzia europea delle guardie di frontiera e costiera avrebbe scritto in alcuni rapporti interni che le Ong più attive nel soccorso ai migranti irregolari sarebbero colluse con gli scafisti sulle rotte migratorie dalla Libia all’Italia. A renderlo noto è il Financial Times già il 15 dicembre 2016. Si tratterebbe di rapporti interni e riservati. Frontex non commenta. Solo il 23 aprile 2017 però, cinque mesi dopo e a caso ormai esploso, si scopre che nel rapporto “Rysk Analysis 2017” sul fenomeno dell’immigrazione l’agenzia Frontex non usa mai l’espressione “taxi” o “taxi del mare”. Né sostiene che le organizzazioni non governative siano “in collusione con gli scafisti”.
Febbraio 2017 – Il procuratore Carmelo Zuccaro annuncia di avere aperto una “indagine conoscitiva” sulle Ong che operano nel Canale di Sicilia sulla base di un rapporto di Frontex dove si ipotizza che le modalità operative delle navi umanitarie finiscono con il favorire i trafficanti. Dichiara, in un tour televisivo instancabile, di essere in possesso di “evidenze” su contatti diretti tra trafficanti ed esponenti di alcune ong e di dati che proverebbero ripetuti interventi all’interno delle acque territoriali libiche e di episodi in cui alcune navi spengono i trasponder (un segnale radar che segnala il tracciato delle navi e il loro punto nave). Addirittura il procuratore arriva a dichiarare alla stampa che non è esclusa l’ipotesi che alcune Ong siano “finanziate” dagli stessi trafficanti di esseri umani e che l’operazione delle Ong sarebbe volta a destabilizzare politicamente ed economicamente l’Italia.
Aprile 2017 – Durante la trasmissione Matrix, in diretta nazionale, il Pm Zuccaro con candore ammette non solo di non avere alcuna prova anche solo indiziaria, ma neanche di “materiale probatorio utilizzabile giudiziariamente”. Repubblica avanza, in un articolo l’ipotesi che si tratti di «segnalazioni dei servizi segreti e della stessa Frontex». Quello che risulta evidente è comunque che al momento non ci sono riscontri. La Procura di Catania si è messa comunque a verificare i bilanci di alcune Ong che denunciano donazioni private molto consistenti e spese di centinaia di migliaia di euro al mese per la gestione delle navi. Come se la gestione di una nave possa essere economica e, se gestita da un ente non profit, sostenuta da fondi diversi dalle donazioni. Altre due inchieste sono aperte a Palermo e Trapani e una indagine conoscitiva è in corso davanti alla Commissione Difesa del Senato.
I dati
[aesop_quote type=”block” background=”#ffffff” text=”#000000″ align=”left” size=”2″ quote=”«Il fenomeno dei salvataggi effettuati dalle Ong è andato crescendo negli ultimi 23 anni. Nell’ ottobre del 2013, dopo la tragedia di Lampedusa, venne lanciata l’ operazione Mare Nostrum. Nel 2014 82.000 persone furono salvate da parte della Marina militare, 38.000 da Guardia Costiera e Guardia di Finanza e 40.000 da navi mercantili impegnate su richiesta del comando generale della Guardia Costiera di Roma che svolge il ruolo di Maritime Rescue Coordination Centre. Il codice della navigazione e la convenzione di Amburgo prevedono che negli interventi di salvataggio intervengano anche natanti civili. Nel 2015 hanno preso il via le missioni Triton ed Eunavformed. La Marina ha salvato 30.000 persone, 40.000 la Capitaneria di Porto e la Guardia di Finanza, 16.000 i mercantili e 20.000 le Ong». E dopo com’ è andata? «Nel 2016 si registra un aumento sensibile dei salvataggi da parte di queste ultime. Salgono infatti a 46.000 mentre diminuiscono a 13.000 quelli effettuati dai mercantili. Insomma il fenomeno delle Ong parte in sordina nel 2015 e poi esplode nel 2016. Anche perché gli armatori di mercantili cominciavano ad esprimere riserve in quanto il dirottamento per il salvataggio dei migranti e il loro trasporto comportava costi importanti».” parallax=”off” direction=”left” revealfx=”fromleft”]
Gli indizi di Zuccaro
Non posso formulare accuse, lo farò se avrò le prove ma ora non le ho». Lo snodo delle dichiarazioni di CarmeIo Zuccaro resta questo: un’ondata di sospetti, basati su deduzioni e su informazioni di varia natura, ma tutte senza valore in un processo. Questo è ciò che resta dopo due audizioni parlamentari e una dozzina di interviste. I suoi interventi hanno provocato una tempesta contro la credibilità delle ong, sia quelle che si occupano di migranti, sia quelle impegnate in altre attività. Anche se davanti ai senatori Zuccaro è stato attento a distinguere tra ciò che diceva come procuratore e quello che segnalava «come semplice cittadino».
I sospetti del Pm
L’ultimo indizio riguarda presunte collusioni tra la Guardia costiera libica e i trafficanti che fanno partire i migranti, già emerse da altre segnalazioni e ribaditi in seduta segreta. Poi ci sono i contatti via radio o via Internet tra persone che stanno in Libia e parlano di mettere gente in mare, con altre a bordo delle navi affittale dalle Ong pronte a prenderle a bordo; e i transponder di alcune di quelle navi che improvvisamente si spengono e fanno scomparire il segnale dai monitor dei controllori, forse prima di sconfinare nelle acque territoriali. Notizie frammentarie e comportamenti sospetti che il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro conferma e chiede di non lasciar cadere nel vuoto. «Di fronte a questi fatti credo di avere il dovere di informarvi – spiega davanti alla commissione Difesa del Senato — e avvertire che con i mezzi che attualmente abbiamo a disposizione non siamo in grado di svolgere indagini efficaci, come invece sarebbe opportuno fare».
Il Csm Difende Zuccari
Pieno sostegno al procuratore di Catania Carmelo Zuccari e alle sue indagini, un po’ meno alle sue interviste su giornali e tv. Così il Consiglio superiore della magistratura prova a risolvere il caso dell’inquirente che ha pubblicamente denunciato, pur senza averne le prove, presunti coinvolgimenti delle Organizzazioni non governative nel traffico di migranti. Ma dalla decisione del comitato di presidenza dell’organo di autogoverno delle toghe potranno derivare nuove mosse; a cominciare dalla convocazione dello stesso magistrato, per comprendere meglio contenuto e ragioni delle sue affermazioni. Dunque l’indagine c avviata, sebbene il vertice del Csm (il vicepresidente Giovanni Legnini, il primo presidente della Cassazione Gianni Canzio e il procuratore generale Pasquale Ciccolo) escluda al momento l’ipotesi di un trasferimento d’ufficio per «incompatibilità ambientale», dal sapore punitivo.
L’ira di Saviano
[aesop_content color=”#ffffff” background=”#333333″ columns=”1″ position=”none” imgrepeat=”no-repeat” floaterposition=”left” floaterdirection=”up” revealfx=”fromright”]Per capire bisogna prendersi del tempo. Per capire bisogna leggere le fonti e verificarle. La tristissima vicenda che riguarda la polemica del Movimento5Stelle sulle Ong che nel Mediterraneo si occupano di soccorrere i migranti mostra come, a partire da Beppe Grillo per finire con il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, i 5Stelle parlino su questo argomento per sentito dire, riportando affermazioni senza verificarle, dandole per vere e proponendo interrogazioni parlamentari che hanno il sapore di strumento di propaganda fine a se stessa. Continua a leggere
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La posizione di Di Maio
A fare propria la battaglia contro le Ong è il vice presidente della Camera Luigi Di Maio. A più riprese è lui a scaraventare la faccenda al centro dell’attenzione parlando di “taxi del mare” di ong spalla dei trafficanti. La teoria del politico a 5stelle si poggia sulle accuse di Frontex (che come abbiamo visto non esistono) e sulle prove del procuratore Carmelo Zuccaro (che come abbiamo visto non ci sono). È talmente vero che Di Maio col tempo deve correggere il tiro. E sempre più si avvicina alla posizione reale di Frontex: potrebbe essere che le navi delle ong costituiscano, loro malgrado, un acceleratore dei viaggi delle carrette del mare. Viene da pensare che si tratti di un mero calcolo politico.
«Perché la speculazione – Spiega poi Di Maio in un’intervista – sull’accoglienza non è accettabile. Quest’anno siamo arrivati a 4,6 miliardi di euro per l’accoglienza, continuano ad aumentare i costi e la gran parte dei centri in cui accogliamo i migranti sono privati e straordinari, abbiamo ancora troppe cooperative, società, alberghi che gesliscono tutto o quasi». «Per me l’accoglienza – prosegue l’esponente dei Cinque Stelle – deve essere gestita dallo Stato, non certo da soggetti privati. Su cui occorre anche mettere un certo ordine. Quanto all’Europa ricordiamoci che c’è molto da fare anche sui migranti climatici, visto che la siccità farà muovere 500 milioni di persone che busseranno alle nostre porte nei prossimi 15 anni».
[aesop_parallax height=”150″ img=”https://www.ilsudonline.it/wp-content/uploads/2016/04/migranti.jpg” parallaxbg=”on” captionposition=”bottom-left” lightbox=”off” floater=”on” floaterposition=”left” floaterdirection=”none”]
La posizione della Chiesa
Sulla vicenda delle Ong accusate di trafficare con gli scafisti è intervenuta con decisione anche la Conferenza dei vescovi italiani “E’ giusto che la Procura e la Magistratura siano vigili e assumano conoscenze sulla situazione attuale nel Mediterraneo, perché i migranti non siano doppiamente vittime. Però il fuoco politico indistintamente sulle nove Ong che operano nel Mediterraneo per salvare le vite umane – di fronte alle morti che sono passate a oltre 5 mila nel 2016 rispetto alle 3 mila del 2015 – con risorse di fondazioni bancarie, di privati e della società civile, è stato un atto ipocrita e vergognoso”. Così monsignor Giancarlo Perego, direttore di Migrantes, fondazione Cei.