DI FAUSTA TESTAj
E’ già approdato al T.ABC di Catania, al T. Vittorio Emanuele di Messina andrà al T. Rosso di San Secondo di Caltanissetta, al T. Quasimodo di Ragusa per concludere il mini tour siciliano domenica 19 al T. Comunale di Carlentini il bellissimo lavoro, del polacco conosciuto con il nome di Joseph CONRAD :”I Duellanti” con il riuscitissimo adattamento teatrale di Francesco Niccolini.In scena si riesce a raccontare un arco di circa vent’anni di guerre napoleoniche puntando l’attenzione soprattutto sulla disastrosa campagna di Russia del 1812 la quale segnò il suo lento declino fino a far decadere la sua egemonia sui territori Europei ed a farlo arrivare all’esilio sull’isola del’Elba, ma il tema principale dei :”Duellanti” è l’ossessione che hanno questi due ussari, il damarino (così soprannominato ) Armand D’Hubert (interpretato impeccabilmente da uno straordinario Alessio Boni) ed il suo compagno d’armi Gabriel Florian Feraud (messo in scena da un eccezionale Marcello Prayer ) , a sfidarsi, un’ossessione a sfidare l’altro che sarebbe in realtà una sfida con se stessi una voglia di sfida senza la quale sia D’Hubert che Feraud non riuscirebbero a sopravvivere.Ottima l’idea avuta dagli scenografi Massimo Troncanetti e Daniele Gelsi di ambientare il tutto in una specie di garage dove qua e là si trovano oggetti napoleonici, scenografia che tende a far sviluppare la fantasia del pubblico facendolo interagire ancora di più con la storia e con i protagonisti, bellissimo il gioco di luci creato da Giuseppe Filipponio durante i duelli, con lo stacco cinematografico di luci da un duellante all’altro, per non parlare dei costumi di Francesco Esposito e delle musiche di Luca D’Alberto. Il pubblico viene subito catturato dalla breve ma intensa presenza in scena della violoncellista Federica Vecchio che interpreta anche la parte della donna con la quale s’intrattiene spesso Feraud completa il superbo cast Francesco Meoni che come tutti gli attori di questo incantevole lavoro interpreta più ruoli.Inoltre il camaleontico cast riesce a tenere alto il ritmo recitativo per un’ora e quaranta minuti di seguito, dato che lo spettacolo non prevede il quarto d’ora di pausa che avrebbe interrotto la concentrazione sul racconto.Da sottolineare anche i “duelli” parlati di D’Hubert (A. Boni) e Feraud(M. Prayer) i quali rivolti verso il pubblico in un armonizzare incalzante di voci riescono straordinariamente a dare vita in pochi minuti alla sconfitta dell’esercito napoleonico in Russia ed a tutto quello che ha dovuto subire.
Buona sera Alessio, lei con Roberto Aldorasi ,Marcello Prayer e Francesco Niccolini avete partecipato alla stesura della drammaturgia di questo bellissimo lavoro di Conrad :”I Duellanti”
Si, il nostro gruppo si chiama il Quadrivio Francesco Niccolini ha fatto la traduzione e l’adattamento del testo teatrale, tutti insieme abbiamo fatto la drammaturgia ed io, Roberto Aldorasi e Marcello Prayer ne abbiamo fatto anche la regia.
Questo è un testo che deve essere stato difficile mettere in scena perchè non è mai stato un testo teatrale ma solo un romanzo di Joseph Conrad
Era quasi impossibile se non creavi l’immaginifico, anche perchè è ambientato nel periodo ussaro, è difficile farlo in scena perchè ci sono seicento mila cavalli , soldati, come fai a farlo o lo fai cinematograficamente o vai ad immaginazione, spero che sia arrivato perchè noi lo abbiamo fatto di fronte a voi , fermi e l’immaginazione dietro che si creava con le parole che facevamo noi in questa specie di concertato a due, questo è il nostro diciamo brevetto mio e di Marcello che portiamo avanti da vent’anni questa anche dualità, questo continuare a parlarci addosso , ci mangiamo le parole l’uno con l’altro , le finiamo e Beh è l’essenza dei “duellanti” “the duel” perchè non sei solo ma c’è l’Alter ego dentro di te, questo era il senso.
E’ stata anche una bella trovata la scenografia
Si, è una specie di fight club, abbiamo deciso di fare una specie di discarica che poteva essere un cantiere navale dove hanno accostato un pò di roba, che sono tutte cose napoleoniche, che si sposta cavalli, cose ecc… ecc…
Soprattutto è una scenografia che tende a sviluppare la fantasia del pubblico
Si, è quello che cerchiamo di tirar fuori, è quello che facciamo, vedi che andiamo di fronte al pubblico ed è per voi, è il vostro immaginario che galoppa, non le nostre parole,non siamo noi che parliamo, la maggior parte del tempo siamo di fronte a voi perchè vogliamo che voi, col vostro immaginifico entrate dentro la campagna di Russia e vedete i morti, il meno trenta, il gelo, quello che diventa un cannibale, voglio che li vediate voi non che li raccontiamo noi ed ognuno ha il suo immaginifico c’è chi è più sensibile chi meno e va bene.
E questa ossessione dei duellanti alla sfida?
Eh ma è della vita di ognuno di noi, tu hai la tua ombra , lei ha la sua, ognuno ha le sue ombre.
Io due anni e mezzo fa l’ho potuta ammirare anche nell’interpretazione del:”VISITATORE”accanto ad A. Haber che interpretava Freud al T.Biondo di Palermo con la regia di Valerio Binasco.Il vostro “Visitatore” che non si sa se è Dio o un pazzo visionario, era rappresentato come un clochard
L’idea di rappresentarlo come un clochard è venuta al regista Valerio Binasco e quando me l’ha detta mi è piaciuta subito ed ho deciso di farlo perchè era molto più interessante da clochard che da damerino. Ora però ti devo lasciare perchè sto morendo di fame. F. T: OK vada a mangiare e alla prossima.
Prima di andare anche lui a mangiare Marcello Mayer mi ha confessato:” dopo questa bella esperienza dei “duellanti”ed il grandissimo successo che abbiamo ottenuto in tutta Italia abbiamo già in mente un’altra rivisitazione ma seccome ancora non c’è niente di sicuro non te ne posso parlare.
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