Politica Interna
Direzione del Pd. Alla fine della direzione del Pd si vota, passa a larga maggioranza (107 sì, 12 contrari e 5 astenuti) la mozione renziana, l’Assemblea nazionale si terrà sabato o domenica prossima, e in quell’occasione si aprirà una stagione congressuale su cui aleggia lo spettro della scissione. Almeno una decisione dunque è presa: congresso subito. Con la convocazione dell’assemblea nazionale e le dimissioni di Matteo Renzi si riapre la partita della leadership dentro il Pd. Una partita che si giocherà in due tempi, regolati da uno statuto complicato che pare non verrà cambiato, come qualcuno invece vorrebbe. La chiave saranno le primarie. Ma il primo tempo è dedicato alla scelta dei candidati che vi parteciperanno. Questa è questione che riguarda esclusivamente gli iscritti del Pd.
M5S. Era il 10 agosto scorso, la giunta di Virginia Raggi era travolta dalle polemiche per il «caso Muraro» e Raffaele Marra era sotto attacco di alcuni leader dei 5 Stelle che chiedevano alla sindaca di annullare la sua nomina a vicecapo di gabinetto. Eppure, dopo averlo ricevuto alla Camera, Luigi Di Maio definì Raffaele Marra «un servitore dello Stato» con un sms a Virginia Raggi, che a sua volta lo girò al suo fidato collaboratore. Le chat svelano quindi le contraddizioni della versione fornita dal vicepresidente della Camera: «Io volevo cacciarlo». Non è vero che fu l’ostinazione della sindaca Virginia Raggi a impedirne l’allontanamento. E’ vero piuttosto il contrario.
Politica Estera
Usa. Già traballa la poltrona di Michael Flynn, Consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, ma il presidente Trump sarebbe insoddisfatto anche del capo di gabinetto Reince Priebus e del portavoce Sean Spicer, al punto di aver sondato alcuni amici sull’ipotesi di sostituirli. Lo riportano fonti citate da tutti i principali giornali americani, mentre lo stesso consigliere di Trump, Stephen Miller, ha evitato di difendere l’ex generale durante il talk show televisivi domenicali. Ieri il presidente degli Stati Uniti ha semplicemente ignorato la questione su Twitter. Poi, alle 14 (le 20 in Italia) si è presentato davanti ai giornalisti con il premier canadese Justin Trudeau, in visita a Washington. Alcuni reporter hanno gridato le domande su Flynn, ma Trump non li ha presi in considerazione.
Libia. Il premier libico Fajez al Serraj si è recato ieri in Egitto per una serie di importanti incontri tra le fazioni in lotta per il controllo del potere in Libia tra i quali, riferiscono alcune indiscrezioni di stampa, sarebbe stato fissato un faccia a faccia con il generale Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica. Una fonte citata dal quotidiano online Al Wasat riferisce che il premier libico avrebbe confermato «la propria determinazione a tenere una serie di concertazioni con un gruppo di forze nazionali di diverse città libiche e sigle politiche, tra i quali diversi oppositori dell’accordo politico». Ma è giallo intorno al presunto incontro tra Fayez al-Saamj e Khalifa Haftar. Indiscrezioni, conferme, smentite e ipotesi di rinvio si sono inseguite ieri in merito a un appuntamento chiave per le sorti della Libia.
Economia e Finanza
Previsioni Ue. L’economia italiana rimane drammaticamente lenta e fragile, secondo le ultime previsioni economiche della Commissione europea pubblicate ieri. L’esecutivo comunitario prevede una crescita dello 0,9% nel 2017 e dell’1,1% nel 2018. Sono le stime più basse di tutta l’Unione. Nella sua analisi della congiuntura, Bruxelles ha accolto positivamente l’impegno del governo di correggere la traiettoria dei conti pubblici entro aprile, ma nel frattempo ha rivisto al rialzo le sue stime di debito pubblico. «L’incertezza politica e il risanamento lento del settore bancario rappresentano un rischio per la crescita economica», scrive la Commissione europea nel suo rapporto pubblicato ieri mattina qui a Bruxelles.
Nel pubblicare la sua analisi trimestrale sull’economia dell’Unione, la Commissione europea ha fatto notare ieri che, per la prima volta in quasi 10 anni, tutti i Paesi membri dovrebbero registrare crescita economica quest’anno.
I rapporti Pd – governo. Dalla direzione del Partito democratico convocata ieri a Roma arriva il «no» secco all’ipotesi di aumentare le accise per portare a casa la correzione da due decimali di Pil chiesta dalla commissione Europea. «I 3,4 miliardi si recuperano – ha sostenuto il segretario Matteo Renzi nella relazione introduttiva – ma con un disegno che consenta di continuare la curva della crescita e non aumentando le accise». Ad ascoltarlo dalla prima fila della platea c’era il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che ha partecipato ai lavori della direzione Pd come «invitato» ma senza prendere la parola. Mentre l’Europa ribadisce la sua richiesta di aggiustamento da tre e più miliardi all’Italia, il principale partito di maggioranza al governo manda un messaggio piuttosto chiaro. L’aria che si respira prima e dopo al Tesoro dice molto: fino a ieri mattina si attendevano le nuove stime europee per capire se avrebbero dato un aiutino al governo a caccia di risorse. Dopo la direzione Pd c’è chi si chiede se la manovra correttiva si farà davvero, quantomeno nelle dimensioni e nei numeri promessi per iscritto.